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Il guestbook contiene 441 messaggi suddivisi in 23 pagine.


Nome: john
Data: 10/10/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: Perth 
Messaggio:
...anyway, all things considered, I look forward to returning to the villages soon and collaborate with people interested in setting up associations or clubs and work on a wide range of projects in the name of our unique linguistic community. Let's keep in touch. Best wishes, John

Nome: MQ
Data: 08/10/2008
Messaggio:
Concordo con John, e questo conferma anche la mia opinione gia' espressa altrove in passato. Piu' che inevitabile lo shift lo definirei auspicabile. Grazie alla nostra "curiosita' linguistica" i nostri 3 paesi sono sempre stati una o piu' spanne sopra rispetto agli altri, cosa che ci ha permesso di arrivare fino ad oggi. Il prossimo passo sarebbe proprio quello di una acquisizione cosciente, progressiva e senza traumi di quello che oggi e' la lingua croata e non penso che nessuno di noi si spaventerebbe di fronte ad un testo croato, piuttosto sarebbe incuriosito come sono incuriosito io quando a volte guardo Dnevnik, ascolto CMC o cerco di seguire Latinica (sempre che non non parlani di pensioni o di rat!!). Ben venga dunque l'insegnamento magari ancora parallelo del croato moderno, lasciando la liberta' ai singoli individui di scegliere il termine piu' adatto tra quello italiano e quello croato per esprimere cio' che in nanash risulta difficile o impossibile.

Nome: john
Data: 08/10/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: perth 
Messaggio:
Caro Michele e Pasqualino, la realta` allora e` che il nansu rimarra` sempre una curiosita` linguistica. Lo spostamento (language shift) verso il croato moderno e` inevitabile. Quindi propongo l'abbandono totale dell'insegnamento del nanash nelle scuole dei nostri tre paesi. Insegnare solo il croato moderno e offrire l'inglese come lingua franca e democraticamente, dove e` possibile, qualche lingua europea o orientale. Visto che il nanash viene poco usato nei tre paesi dai parlanti, per mancanza di modelli i giovani non hanno scopo di praticare il nanash, e per altre ragioni ovvi, ci resta soltanto di enfatizzare l'insegnamento del croato moderno. Pero`, anche in questo modo potremo salvaguardare la nostra lingua come curiosita`, come esercizio academico, interessi intelletuali. Ma per mancanza di una vera tradizione letteraria sostenuta da una generazione all'altra, per mancanza di un sostantivo volume di letteratura scritto in nanash, (le riviste di quarant'anni fa`, due dizionari, qualche gramatica, un pugno di poesie e piccole traduzioni non bastano), tocca a chi e` capace, cioe`, quelli della prima e seconda generazione, di scrivere piu` possibile nella nostra lingua, prosa, narrativa e comedie. Cosi, venendo dal croato moderno si potra penetrare e apprezzare qualcosa di concreto della nostra lingua. Uno che sa solo il siciliano o altro dialetto farebbe fatica comprendere l'italiano standard. Ma l'inverso con impegno e` possibile. Ma rimane sempre un esercizio puramente da intelletuale. I nostri punti di vista e argomenti potrebbero in traduzione nanash, fare parte di una bellissima scena di una comedia dove chi difende la nostra lingua parla in italiano e chi invece propone di abbandonarla parla nanasu ( gioco di ironia qui e` evidente). Tocca a queste generazioni di produrre piu` possibile materiale scritto nella nostra lingua. Altrimenti, cosa c`e` da studiare o che prova c` e` che abbiamo esistito. Quindi, prima di abbandonare questa lingua moribonda, minacciata seriamente da tutti i fattori che riguardano una lingua minoritaria in fase di estinzione, bisogna scrivere e registrare un ampio corpo di letteratura. Questo discorso sarebbe ben diverso se eravamo 20,000 parlanti, ma anche nei paesi dintorno, i dialetti italiani stanno scomparendo per gli stessi motivi che minacciano la nostra lingua. Vi saluto.

Nome: mq
Data: 07/10/2008
E mail: m@m.it
Cittą: mm 
Messaggio:
Purtroppo credo non ci potranno mai essere ne' prosa ne' narrativa fintanto che non si insegnera' il croato moderno nelle scuole. Infatti la prosa e la narrativa sono sempre e soltanto il frutto di una lingua viva (chi oggi si metterebbe a scrivere in latino o in greco antico? forse solo Ratzinger!). Mancano infatti i mezzi per esprimere concetti moderni, manca il pubblico che possa leggere gli scritti soprattutto comprendendoli (gli unici probabili lettori potrebbero essere i croati oltre a noi). Il primo punto e' fondamentale: mentre infatti tra la fine del 1800 e inizio 1900 qualcosa fu scritto, gli argomenti trattati allora avevano principalmente a che fare con argomenti agresti, contadini ecc. Adesso sarebbe difficile scrivere di tali argomenti, l'economia anche nelle nostre zone e' cambiata e se si volesse scrivere di qualcosa mancherebbero molti termini che inevitabilmente, in mancanza di una formazione linguistica croata, verrebbero prestati dall'italiano. Senza parlare dei concetti astratti da sempre estranei al pragmatismo del na nash. Cio' limiterebbe notevolmente il pubblico lettore, che non potrebbe essere di certo italiano ma forse piu' propriamente a noi vicino (croati?).

Nome: john
Data: 07/10/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: perth 
Messaggio:
D'accordo con tutt' i due punti di vista. Prestiti integrati dall'italiano e dialetto fanno parte fondamentale del nanash. Prestiti guidati e a scelta personale dal croato moderno possono essere piu` che utili. Percio` che sto enfatizzando prosa. Scrivere prosa/narrative da la possibilita` di utilizzare e mettere in luce una gamma di parole/sinonimi scelte dall' autore. Aggiunto a questo, c` e` il gioco del bilinguismo. E normalissimo nel parlare nanasu lo scambio di codice (code switching) da nanash/italiano. Cio evita di impedirci a esprimerci scorrevolmente. Quindi arrivo al problema dell' atteggiamento (language attitude) verso l'uso della nostra lingua. Do come esempio una intervista che ho visto su un documentario nel quale questa persona faceva fatica esprimere cio che voleva dire solo perche` cercava di evitare parole italiane integrate nel nanash. Si auto-censurava fino al punto di parlare a stento con lunghe pause. La stessa persona ha una forte padronanza del nostro croato-molisano. Eppure ha sacrificato essere scorrevole e parlare con naturalezza sforzzandosi di usare meno parole italiane integrate nel nanash. Quando ero na Kruc poco fa, ho sentito un tizio riferire spregevolmente alla communita` di emigrati in Australia di Acquaviva. 'Kana govoriju one nanash' indicando col dito in direzione imaginaria dell' Australia. L'atteggiamento negativo, per qualsiasi motivo, verso la nostra lingua minaccia l'uso naturale. E` uno dei fattori che poi contribuisce al bilinguismo nascosto/passivo.

Nome: mq
Data: 06/10/2008
E mail: m@q.it
Cittą: aa 
Messaggio:
Il discorso dei prestiti andrebbe comunque guidato a mio parere e in questo dovrebbero aiutare coloro che conoscono e/o hanno studiato il croato moderno, cercando quando possibile di introdurre i termini croati laddove mancano i termini nanash. Faccio un esempio: pagina internet in croato si dice web stranica, sarebbe opportuno quindi che usassimo tale termine invece che continuare a prendere in prestito dall'italiano. Altrimenti di questo passo il nas nash non pu

Nome: pasqualino sabella
Data: 06/10/2008
E mail: psabella@tiscali.it
Cittą: kru 
Messaggio:
caro John, secondo il mio modesto punto di vista, la nostra lingua (na na

Nome: john
Data: 02/10/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: perth 
Messaggio:
Caro P, anch'io dovrei chiedere scusa al signor M.S perche anch'io cado nel personalizzare un discorso e rendere cio che voglio dire in modo soggettivo anziche essere obbietivo. La prottezione e sviluppo della nostra lingua/Nas Jezik ora appartiene o forse ha sempre stata soggetto di due scuole di pensiero; cioe`: chi la vuole 'croaticizzare' e chi invece vorebbe vederla come 'lingua romanza' in fase di sviluppo. Cosa che e` in evidenza da secoli. Nas Jezik e` un calco/calque dell' italiano e dialetti locali e regionali attraverso il suo sistema matrice. Cito come esempio: je si cia zidit nu hiz (se fatto costruire una casa) o ti morem cit nu domand? (ti posso fare una domanda?). Molti esperti danno dimica come sesempio di neologismo, ma spaparaciti/spaparacivati, (spargere petegolezze) e` per me il bello della nostra lingua. Non dico che introdurre parole croate sia cosa negativa, anzi, puo definitivamente rafforzare Nas Jezik ma non sottovalutando il potenziale espressivo di come abbiamo parlato per secoli. Vorrei veramente vedere se Franco e Gabriele riescano a mettere su un modo di scrivere nella nostra lingua con diacritici. Io continuero` a scrivere come ho imparato e come ho sentito altri usare Nas Jezik. Usare la nostra lingua come strumento capace di esprimere idee e pensieri in un contesto communicativo. Basta dare un' occhiata alle vecchie riviste di 'Nas Jezik' degli anni 60/70. Il primo vero tentativo di usufruirsi delle poche parole che abbiamo per arrivare ad esprimere sentimenti di tutti giorni e anche concetti astratti. Io non mi vergogno di fare errori 'gramaticali' perche da secoli i nostri avi hanno tramandato kako govoremo mi, krajem fugular. Quindi, ripeto cio che ho detto prima, e so bene che altri la pensano come me da tempo. Mundimitar sta facendo un buon lavoro, altretanto Kruc, mentre San Felice dorme. Vorrei sentire piu` Nas Jezik parlato quando vi vengo trovare. Basta con questo intelletualizzare della nostra lingua. Quando sento inglesi parlare nella loro lingua, fanno empre errori 'da native speaker'. Gli italiani sono gli unici che quando conversano, si corregono la gramatica a vicenda anziche seguire il filo del discorso. Buon proseguimento.

Nome: john
Data: 29/09/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: perth 
Messaggio:
Caro Franco, vedo che il Forum non e` ben frequentato...l'idea era buona ma non sembra funzionare come dovrebbe. Forse e` perche il libro degli ospiti/guestbook abbia piu lettori quali possono rispondere o ignorare vari argomenti. Lo so che il Forum doveva essere la soluzione per non imgombrare il guestbook con vari soggetti e temi quale il Forum poteva accommodare. Quindi, avrei questa proposta: possibile inserire un link sul tuo sito dove chiunque abbia qualche cosa da dire, commenti o osservazioni da offrire su qualsiasi argomento compresi quelli del Forum, un angolo per 'Bloggisti?' Cioe`, ognuno regista il suo 'Blog' nel quale puo presentare argomenti,discuttere vari temi con altri 'Bloggers'. In questo modo, possiamo dire la nostra e solo coloro che s'interessano avranno la possibilita di leggere, commentare o ignorare commenti, idee e argomenti nei Blog. Cosi`, il guestbook ritiene la sua funzione e l'angolo dei Blog dara` nuova vita all'idea del Forum. Questo e` solo un suggerimento. Grazie Franco.

Nome: john
Data: 28/09/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: perth 
Messaggio:
D'accordissimo con Djur, e vorrei aggiungere o ripetere cio` che ho gia accenato altrove. Scrivere nella nostra lingua non e` una gara, una concorrenza o un concorso. Anziche partecipare a piccoli concorsi per premi e riconoscimenti, chi sa o e` capace di scrivere nella nostra lingua lo dovrebbe fare per dovere, come responsabilita. Invitare scrittori a dare 'seminars and hold writers' workshops', discutere problemi e avviare proggetti sarebbe un 'format' molto piu utile. Ci sono tante possibilita` da sfruttare.

Nome: un vero amico
Data: 27/09/2008
Messaggio:
Caro Franco, soltanto in questi giorni sono andato per la prima volta sul tuo "Forum" e mi sono accorto, con mia gran meraviglia, che dal 17 luglio c.a. campeggia, proprio nella prima rubrica "amicizia, amore" un messaggio in inglese intitolato "gay and love"!!!.... dal contenuto palese ed esplicito !!!....Penso che tu debba conoscere sufficientemente bene la lingua inglese, sia per il tuo lavoro specifico che per i parenti in Australia, per cui mi stupisco molto che tu non ti sia affrettato a censurare il suddetto messaggio che qualche buontempone (non sappiamo se compaesano o meno!) ha voluto lasciare sul tuo sito. Penso infatti che le relazioni omosex siano tra le ultime cose da appoggiare e propagandare nei nostri paeselli, se non altro perch

Nome: djur
Data: 27/09/2008
Cittą: Kruc 
Messaggio:
Sono pienamente d'accordo con mister hide...si parla si parla ma non si concretizza mai nulla...secondo me abbiamo un potenzialit

Nome: john
Data: 26/09/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: perth 
Messaggio:
As for a rough tranlsation, Mr P can check out www.mundimitar.it. As for Mr Hyde, my email address is clear.

Nome: mister hyde
Data: 26/09/2008
Cittą: kruc 
Messaggio:
che discorsi noiosi che si fanno.....sempre a parlare di lingua croata,conferenze,incontri...il problema

Nome: mq
Data: 26/09/2008
E mail: a
Cittą: a@a.it 
Messaggio:
Hi John, I sometimes have the doubt that in these 500 years it is simply not possible that not a single truly original peace of literature was written down. There must have been somebody who knew how to write some slavic words at least to make up a sentence. That means that at one point in time, every traces must have been destroyed/deleted or whatever by somebody for some good (not so much for us) reason. If this is not the case, it then means they were just a bunch of illitterates. Plus after the 15th century italian culture started to be so overwhelming that they did not stand a chance. This might sound very simple a reasoning but I can't really think of anything else. Of course, you also have some points in what you say (though, I have to admit, I never thought of Santa Maria Esther as a source of this kind of problems).

Nome: john
Data: 25/09/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: perth 
Messaggio:
Perhaps an emoticon or two would help the tone of my message. Let's face it, after 500 hundred years of oral tradition, when it comes to a minority language, all three villages have very little to show by way of literary output. There is very little in fact when it comes to a written literature. I still can't fathom how people persist in writing puerile little poems when narrative prose is the key to truly promoting a dying or threatened language. There have been attempts to register/record our language in a written form by our own speakers. But we still have little to show for it. Our own local experts have exploited our language like all other parasitic academics, fed from her, lived off her, made a career out of her existence. Yet, like some kind of fashion statement, all three villages have discarded her, forgotten her or paraded her like a garment on some kind of socio-linguistic, socio-political catwalk. Let's not blame quasi-academics for our ills, for we have also been blessed with activists, socio-linguistic activists who were motivators in the 'recupero di una lingua' through worthy community projects. When it comes to 'Our Language'; these attempts to promote and protect a language that never had the courage to express itself in 500 hundred years of existence is because it always looked over its shoulder with some innate guilt before speaking, whether for political, social or other reason, there has always been a fear. This fear is the 'curse' of Santa Maria Eshter. Covert bilingualism, no matter how you look at it, in the end, it is like a cancer. A cancer that weakens and destroys self-identity and self-esteem. I ask you this: who imposed on us, as immigrant, Slavic-speaking 16th century refugees, a Jewish Princess cum covert bilingual as a saintly role model? Church or State? Was this the solution to the problem of dealing with a minority (Our Language) within another minority (Arberesh) at the time and thereafter? Perhaps we need to celebrate once a year Santa Maria Esther by producing language, writing poems, plays, and above all, long-winded narative prose in the vernacular, indiginous literary output to venerate Her. Today, as in the past, 'The Santa Maria Esther Syndrome' is a religio-political oppression which has kept 'Our Language' where it is today. In 1999, at a 'Molisani Nel Mondo Conference, the microphone was taken away from a speaker who began to speak in Our Language. Two weeks later, a law which had been passed and ratified by the Senate, and had been collecting dust for many years, finally came into effect! By all means celebrate this momentous occasion, that is, to be able to finally express yourselves in Our Language. Write as you speak, for you are the true custodians of this minority language. By writing and creating a literature, you are the law-makers.

Nome: john
Data: 22/09/2008
E mail: johnclissa@hotmail.com
Cittą: Perth 
Messaggio:
I read somewhere that 'Napulitza Nasa Mala' was a reference to Vasto. The poem was dedicated to Acquaviva Collevroce. I'm sure that even Prof Josip Barac would not have wasted such poetic licence as to verge on the ridiculous. I invite M.S to cite the exact source which states without any shade of a doubt that it refers to Kruc. It is time this delusional myth was clarified so that we may put an end to perpetuating ill-researched nonsense. Otherwise, I suggest you declare a 'pot-smoking day' and come up with Acquaviva Collecroce- La Nostra Piccola Nuova York!

Nome: Marcello Spalletta
Data: 13/09/2008
Cittą: Celenza Sul Trigno (CH) 
Messaggio:
Saluti e complimenti per il bel sito!

Nome: fede
Data: 13/09/2008
Cittą: kruc 
Messaggio:
ma chi

Nome: M.S.
Data: 13/09/2008
Messaggio:
Da pi




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